domenica 6 giugno 2010

Chatwin scrive e io leggo e annuisco...

In uno dei suoi momenti cupi Pascal dice che tutta l’infelicità dell’uomo proviene da una causa sola, non sapersene star quieto in una stanza. «Notre nature» egli scrive «est dans le mouvement …La seule chose qui nous console de nos miséres est le divertissement». Diversivo. Distrazione. Fantasia. Cambiamento di moda, di cibo, amore e paesaggio. Ne abbiamo bisogno come dell’aria che respiriamo.. Senza cambiamento, corpo e cervello marciscono. L’uomo che se ne sta quieto in una stanza chiusa rischia di impazzire, di essere tormentato da allucinazioni e introspezione.

Neurologi americani hanno fatto l'encefalografia a non pochi viaggiatori. È risultato che cambiare ambiente e avvertire il passaggio delle stagioni nel corso dell'anno stimola i ritmi cerebrali e contribuisce a un senso di benessere, di iniziativa e di motivazione vitale. Monotonia di situazioni e tediosa regolarità di impegni tessono una trama che produce fatica, disturbi nervosi, apatia, disgusto di sé e reazioni violente. Nessuna meraviglia, dunque, se una generazione protetta dal freddo grazie al riscaldamento centrale e dal caldo grazie all'aria condizionata, trasportata su veicoli asettici da un'identica casa o albergo a un altro, sente il bisogno di viaggi mentali o fisici, di pillole stimolanti o sedative, o dei viaggi catartici del sesso, della musica e della danza. Passiamo troppo tempo in stanze chiuse.

Io preferisco lo scetticismo cosmopolita di Montaigne. Per lui il viaggio era «un utile esercizio; la mente è stimolata di continuo dall'osservazione di cose nuove e sconosciute ... Nessuna proposizione mi stupisce, nessuna credenza mi offende, per quanto contraria alle mie ... I selvaggi che arrostiscono e mangiano i corpi dei loro morti mi scandalizzano meno di coloro che perseguitano i vivi». L'abitudine, egli dice, e la fissità degli atteggiamenti mentali ottundono i sensi e nascondono la vera natura delle cose.

L'uomo è naturalmente curioso: «Chi non viaggia non conosce il valore degli uomini » dice Ibn Battuta, l'infaticabile girovago arabo che andò da Tangeri alla Cina e ritorno per il gusto di viaggiare. Ma il viaggio non soltanto allarga la mente: le dà forma.

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