sabato 31 luglio 2010

Ricominciare

Un'altra volta in un paese straniero.
Un'altra volta ritrovarsi senza la possibilità di dire una cosa esattamente come la si pensa.
Un'altra volta senza poter ridere come rido di solito, senza quell'umorismo che è attuabile solo con un'eccellente padronanza della lingua straniera.

Un'altra volta senza legami (o quasi) e senza certezze.

Possibilità infinite e l'equilibrio precario tra aspettative e il freno posto ai pensieri per tutelarsi dalle eventuali delusioni. Cercare di non averne, per prendere così, inevitabilmente, solo il buono di questa esperienza.

Un'altra volta come rinascere con sensi nuovi, più affinati, più vivi.
Ogni piccola cosa può provocare un'emozione, un brivido, un sorriso, una riflessione.
Tutto è sempre lo stesso eppure diverso e interessante.
Ogni giorno, ogni minuto qui significa imparare, stupirsi, godersi appieno ogni aspetto della vita senza perdersi ancora nel meccanismo malato della routine che è pericolosa come poche cose al mondo. Può inghiottirti senza darti il tempo di rendertene conto e portarti via il bello delle piccole cose. Nella vita normale è una lotta continua.
Qui tutto diventa più facile e per un po' respiro aria nuova e mi rigenero.



giovedì 1 luglio 2010

Non tutto scorre

Mi dico spesso che aver studiato poco di tutto non sia servito concretamente a niente.
E un po' mi fa rabbia la mia educazione non molto vendibile sul mercato.
Adesso non apro la parentesi disoccupazione/precarietà/generazione mille euro perché non ne verrei fuori e rischierei di scrivere un trattato...tra l'altro anche male. Poi la gastrite aumenta e siamo in clima vacanze...troppo fuori contesto!

Parlo in generale e più superficialmente della sensazione di aver passato anni sui libri e ora di non essere in grado di parlare approfonditamente di un bel niente di quello a cui ho dedicato tanto tempo in passato.
Questo mi dispiace e a volte mi fa sentire un po' idiota.
Mi consolo perché le persone intorno a me confermano di non ricordare molto di ciò che hanno appreso anche con fatica e pazienza negli anni della scuola o dell'Università.
(Premessa: non sono in età pensionabile, da qui un po' l'amarezza del non ricordare!)

Poi però ci sono dei momenti in cui mi rendo conto che anche se a volte di alcuni libri o di alcune lezioni mi è rimasto poco quel poco è stato un tassello fondamentale nella mia formazione.
Adesso forse non ho bisogno del resto, ma ha tutto fatto parte di un processo di crescita che mi ha portato ad essere quello che sono...ecco magari potrebbe anche esserci poco di cui essere fieri...ma tant'è.

Tra le cose che mi sono rimaste come illuminazioni sulla via di Damasco ci sono anche alcuni romanzi, o anche solo alcune frasi, alcuni concetti estrapolati da quei romanzi.
Mi piace segnarmi delle parti che apprezzo particolarmente in un libro...quando qualcuno riesce ad esprimere qualcosa che tu non eri riuscito neanche ancora a pensare è un piccolo miracolo.

Oggi ripensavo a quando per la prima volta ho letto Winesburg Ohio di Anderson e fu amore a prima lettura.
Sinceramente non ricordo esattamente le varie vicende e non saprei raccontarne la trama.
Ma segnai una parte che mi colpì e che negli anni ho sempre ritrovato calzante e mi è tornata alla memoria in una serie infinita di contesti differenti. Adesso ho perso quel quaderno di citazioni ma internet è una manna dal cielo se si ha un po' di pazienza...

In principio, quando il mondo era giovane, c’erano molti pensieri ma non esisteva nulla di simile a una verità. Le verità le fabbricò l’uomo, e ogni verità fu composta da un grande numero di pensieri imprecisi. Così in tutto il mondo ci furono verità. Ed erano meravigliose.

Il vecchio aveva elencato nel suo libro centinaia di verità. Io non cercherò di riferirvele tutte. C’erano la verità della verginità e la verità della passione, la verità della ricchezza e quella della povertà, della modestia e dello sperpero, dell’indifferenza e dell’entusiasmo. Centinaia e centinaia erano le verità, ed erano tutte meravigliose. Poi veniva la gente. Ognuno appena compariva, si gettava su una delle verità e se ne impadroniva; alcuni, molto forti, arrivavano a possederne una dozzina contemporaneamente.

Erano le verità che trasformavano la gente in caricature grottesche. Il vecchio aveva una sua complessa teoria a questo proposito. Era sua opinione che quando qualcuno s’impadroniva di una verità, e diceva che quella era la sua verità e si sforzava di vivere secondo essa, allora costui si trasformava in una caricatura, e la verità che egli abbracciava, in una menzogna.